lunedì 27 aprile 2015

Dal diario di un piccino viaggiatore: Texas, y'all!

 
Texas State Capitol, Austin


Ho preso l'aereo per la prima volta per andare in Texas, un posto che papà ha detto si chiama Lone Star, la stella solitaria. Questa stella in effetti l'ho vista subito sulla bandiera di Stato, accanto a quella che ha più stelle e alcune strisce, e anche in cima al tetto dentro il Campidoglio e significa che il Texas era uno stato indipendente e si è liberato dal Messico.

Mamma si è armata fino ai denti per il viaggio in aereo: gocce per nasini secchi, vestiti a cipolla in caso di escursioni termiche, tetta pronta ad ogni decollo e atterraggio per salvaguardare le mie piccole (lo dicono loro, non sono d'accordo) orecchie. Io invece l'ho stupita: non ho avuto bisogno di nulla (alla tetta non si dice mai di no, a prescindere), sono un piccino viaggiatore. Nonostante il ritardo della partenza dell'aereo e uno scalo non previsto, io sono andato con mamma e papà a passeggio sul Riverwalk subito, appena arrivati a San Antonio.

Giorno 1. San Antonio

Come dice la parola, Riverwalk, qui si passeggia lungo il fiume (il San Antonio River, che ve lo dico a fare). Mamma si aspettava i Navigli di Milano, invece qui la strada non è dritta, ma tutta tortuosa e in passeggino è piuttosto scomodo, perché ci sono solo scale per passare da una sponda all'altra. Di sicuro c'era un sacco di gente e rumore perché, neanche a farlo apposta, abbiamo beccato la Fiesta, un ritrovo annuale di scalmanati, a dire della receptionist in albergo. Iniziata giusto il sabato in cui noi ci troviamo qui. Alla fine della giornata sono un attimo sovraccarico di emozioni, perciò proprio è il caso che pianga un po' prima di crollare a letto per fare capire bene a mamma e papà che quando è troppo è troppo.

Riverwalk, San Antonio

La mattina dopo mi sveglio di nuovo grintoso e andiamo all'Alamo. Almeno così sento dire, perché io non ho visto niente: ci sono trenta gradi e sono dentro il passeggino che è ricoperto da strati di stoffa, per evitare che il sole mi bruci, dice mamma. Anche altri qui vanno in carrozza, però il sole lo prendono eccome.



Pare che l'Alamo fosse un forte occupato da Spagnoli e Messicani e a un certo punto la repubblica del Texas se lo è preso durante la rivoluzione. Papà dice che gli Americani sono in grado di tenere puliti e in ordine quei due monumenti che hanno, mentre la mamma pensa a tutto quello che abbiamo in Europa e non abbiamo ancora visitato tutti insieme, mentre qui in America ogni mattone ce lo andiamo a spulciare perché non c'è altro.


Fort Alamo, San Antonio

I texani, by the way, sono sempre arrabbiati a quanto pare. Papà ha comprato una tazza dove un signore spara e dice che i texani non chiamano il 911 (fanno da soli) e sulla presina di mamma c'è scritto "Don't mess with Texas", non fate arrabbiare il Texas, tradurrei io liberamente se solo potessi parlare. E tale Davy Crockett: "You may all go to hell, I'm going to Texas", potete andare tutti all'inferno, io sto andando in Texas. Lui lo ha detto a chi non lo ha votato per essere rieletto alla House of Representatives. Qui si legge spesso nei negozi di souvenir di cui è piena la piazza dell'Alamo (dove peraltro Crockett è morto, spero non di rabbia) e nei bumper stickers, questi adesivi che molti Americani mostrano con orgoglio sulle proprie automobili. Strano per uno Stato il cui motto è Friendship, amicizia. Ad ogni modo a me tutti sorridono, mi dicono che sono adorable, cute e mi fanno i complimenti. A me i texani sembrano simpatici.

Giorno 2. Austin

Mamma continua a mangiare piccante. Abbiamo provato tutti i ristoranti vegetariani/vegani possibili in zona e qui la cucina è di stampo messicano, perciò pizzica. Ho la pancia in subbuglio. Se può interessare, tipici di Austin sono i food trucks, questi carrozzoni stabili dove vendono cibo per strada. A mamma hanno ricordato molto l'equivalente siciliano, come 'a za Rosa a Catania. Io ancora non ci sono stato in Italia, sono nato qui in America.

Una cosa buffa di Austin è questo ponte sul fiume Colorado, da cui c'è una vista tanto carina ma la gente si ferma per vedere volar via al crepuscolo i pipistrelli, tutti aggrappati a testa in giù sotto il ponte. Pare ce ne siano tanti (la colonia urbana più grande del mondo) e la cosa piaccia a più di centomila turisti all'anno che si mettono in fila per assistere alla scena. Mamma inorridisce all'idea che un pipistrello le si attacchi ai capelli lunghi. Per me è ok, tanto io capelli ne ho ancora pochi.

Congress Avenue Bridge, Austin

Il Capitol ad Austin ci è piaciuto tanto, sia dentro che fuori. E poi c'è un bel parco dove si può passeggiare. L'ultima cosa che ricordo è uno scoiattolo, poi ho dormito con la bocca aperta nel carrier contro il petto di papà.

Texas State Capitol, Austin


Giorno 3. Dallas

Dopo ore e miglia con la macchina (guidava mamma e papà mi faceva le facce buffe sul sedile dietro), siamo arrivati a Dallas. Qui ci hanno ammazzato un certo presidente Kennedy. Mamma e papà mi hanno fatto fare avanti e indietro dentro un posto chiamato Sixth Floor Museum, perché qui c'è la ricostruzione degli eventi e soprattutto la finestra al sesto piano da cui pare abbiano ucciso questo signore dalla faccia simpatica. Prima l'edificio era un deposito di libri, ora è un museo ma la finestra è sempre la stessa. Giù sulla strada, la Elm, è dove gli hanno sparato mentre passava con la macchina e tutti lo salutavano.




Lì vicino c'è anche il Memorial per ricordare quel giorno e Kennedy. Quante cose imparo.


Dall'albergo si vede tutta Dallas, siamo al sedicesimo piano eppure siamo bassi rispetto al grattacielo accanto. Mi sento piccolo piccolo, forse lo sono. Latte e letto, grazie, poi si può tornare a casa.


giovedì 16 aprile 2015

E tre, la stagione dell'amore



Questo a Washington DC è il mitico periodo del cherry blossom. Per il terzo anno di fila passeggiamo sotto gli alberi eccitati all'idea che i delicati petali di ciliegio si posino su di noi, portati dal vento che viene dal Potomac.

Il primo anno ho fatto una corsa fra i ciliegi, pur di passare qualche giorno in Florida al prezzo di biglietti più economici ma purtroppo proprio nel periodo di maggiore fioritura in DC. La seconda volta è stata magica, nel periodo in cui allo sbocciare dei fiori corrispondeva la vita fiorirmi dentro, da poco scoperto che il baby era lì dentro la pancia.

Old Town Alexandria

Quest'anno il nostro cherry blossom è a misura di bambino. Le folle sono tutte in DC anche questa volta: picnic sui prati e pedalò sul Tidal Basin, turisti in estasi con pesanti macchine fotografiche al collo e washingtoniani con passeggini al seguito, confusione e impossibilità di trovare un centimento quadrato per disporre del tuo spazio e goderti quel delicato paesaggio rosa.

Quest'anno abbiamo deciso di festeggiare il cherry blossom ad Alexandria, nella quiete della nostra Old Town. Non ci siamo fatti mancare il prato, le passeggiate sotto i fiori, la celebrazione della stagione degli amori. E, mentre sotto gli alberi aspettiamo eccitati che il vento posi i delicati petali di ciliegio su di noi, questo cherry blossom è anche: un piccolo parco giochi incastonato nella benestante neighborhood di Rosemont, un telo steso sul prato di Fort Hunt National Park, una terza primavera americana celebrata in tre.









mercoledì 8 aprile 2015

10 cose belle dopo che pratico kundalini yoga

Waterfront, Old Town Alexandria

I motivi per cui praticare Kundalini Yoga, e qualunque tipo di yoga in generale, potete ormai trovarli sui libri e su internet. I benefici sul corpo e sul sistema nervoso sono riconosciuti dalla scienza. Il kundalini yoga in particolare induce una trasformazione profonda perché innalza la consapevolezza. In pochi movimenti, in poco tempo, cambia qualcosa. Agisce in sinergia, combinando asana (posture), respiro, mantra, mudra (posizione delle mani), meditazione... per questo è così potente ed efficace in tempi più brevi rispetto ad altri tipi di yoga.

Qui non elencherò gli innumerevoli validi motivi per cui praticare yoga. Qui voglio solo condividere cose belle: alcune delle mie esperienze nel praticare Kundalini Yoga. Questo significa che quella che segue è un'esperienza soggettiva e non dovete aspettarvi di avere esattamente gli stessi risultati se lo praticate. Ma ecco la prima cosa bella: qualunque sia il risultato della vostra pratica, e un effetto c'è sempre per tutti, sarà esattamente quello di cui avevate bisogno. La kundalini è un'energia intelligente e sa dove deve andare, come muoversi lì dove è più necessario.

Ci sarebbero in effetti molte più di dieci cose belle da raccontarvi. Questi dieci punti sono quanto ho articolato per divertimento, ispirata subito dopo la mia pratica di oggi che in effetti si riassume in poche, semplici parole arrivate quando ho finito: you're home. Come è successo altre volte, dopo essere passata attraverso posture, mantra, pranayama e meditazione, mi è arrivato un messaggio sussurrato da una voce invisibile. Come un abbraccio, una mano poggiata sulla testa o sulla spalla. In questo caso, un conforto dolcissimo e liberatorio, nei confronti di una neo-mamma yogini che, non praticando da un po' per mancanza di tempo da baby, si sentiva in difetto. Come se le mancasse qualcosa dentro. You're home, sei a casa adesso. Non ti manca niente.

Questi insomma non sono motivi per praticare Kundalini Yoga, sono cose belle che accadono a me e potrebbero accadere a chiunque.

Eccole di seguito, in ordine sparso:

1. Forza e grazia. Ti senti rinascere, rigenerare il corpo e schiarire la mente. Ti sembra che non sarai mai più in grado di dire neanche una parolaccia, sarebbe volgare. Ti senti fiera, elegante, circondata da una nuvola morbida e luminosa. Forte e aggraziata, le due cose a braccetto, imprescindibili: la sola forza senza delicatezza rischia di mettere tensione e nutrire la lotta fine a se stessa, la grazia senza sostegno è come l'albero fatto di sole fronde senza un tronco che le lasci fiorire.

2. Amore. Senti una carezza sulla testa, un'apertura al cuore, come se Dio ti avesse soffiato sul petto sussurandoti "Ora sei a casa, qui non devi più preoccuparti di nulla". Vuoi abbracciare il mondo e ti senti pronta per fare tutte le esperienze e condividerle.

3. Calore. Lì dove c'era freddo, blocco, insicurezza, senti calore, movimento, sicurezza.

4. Espansione. Dal centro del tuo essere, si dipana luce e calore, si estendono raggi di luce come se potessi raggiungere chiunque per allargargli il cuore.

5. Tocco. Le mani vibrano, la punta delle dita vibra. Come se ci fossero fili d'oro e d'argento che partono da lì e disegnano figure aggraziate, passi di danza e note musicali ad ogni gesto. Puoi guarire, con quelle mani.

6. Ispirazione. Le parole arrivano (solitamente in inglese, chissà perché, non perché vivo negli US, succedeva anche in Italia!) e non sono pensate, non sono partorite dalla mia mente. Di nuovo, come se Dio in persona stesse parlando, il mio cuore canta la sua voce. E di solito dice cose brevi, semplici e molto, molto incisive. Tanto da lasciarmi sorpresa di me stessa. Perché è così, lo yoga ti ricorda chi sei.

7. Flessibilità. Sono sempre stata "sdinoccolata" di mio: agile, flessibile, mi piego ma non mi spezzo. Ma dopo lo yoga vedi sciogliersi nodi che prima non vedevi, senti andarsene tensioni dal corpo che neanche pensavi di avere accumulato, hai usato muscoli che non realizzavi di avere.

8. Sorrisi. Il volto si distende e compare un sorriso spontaneo, naturale, come se non avessi bisogno di usare neanche un muscolo della faccia per farlo. Ti ritrovi a scoprire i denti e sorridere senza neanche rendertene conto. Capisci perché Buddha è raffigurato quasi sempre con quel sorriso stampato in faccia.

9. Rilassamento. Pensavi di essere una persona calma e rilassata, con qualche picco di nervosismo e ansia qui e là. Invece capisci che sei una persona calma e rilassata e basta: il resto è frutto di una mente distratta che ha fatto meno yoga del solito. Il corpo ti ringrazia, ti senti più centrata, stabile, in salute.

10. Neutralità. Sei più lucida, in equilibrio, incondizionata. Vedi come i tuoi bianchi e neri siano banali sbalzi d'umore e la vita diventa a colori di nuovo. Gli occhi vogliono vedere, le orecchie ascoltare, il naso odorare, le mani toccare e i piedi sentire la terra sotto, la bocca assaggiare: la vita scorre in te e finalmente te ne rendi conto. E tutti quei sensi sono racchiusi in uno spazio sacro, in un tempio che riesci a vedere dall'alto e non possiedi completamente, perché è governato da Dio.

mercoledì 1 aprile 2015

Creativi ed energici con la Bonne Maman


Chi parla francese? Bonne Maman è la marca di una confettura, ma è interessante come le lingue lascino spazio all'interpretazione in base al contesto.
Bonne, in francese, può significare semplicemente "brava", per cui la mamma in questione sarebbe brava. Può anche essere uno slang traducibile in "sexy, hot", un po' il nostro "bona!": perciò la mamma in questione sarebbe non solo brava, ma anche strafiga. Infine, come sostantivo, il francese usa "bonne" anche per indicare una bonne d'enfant, vale a dire una nanny, una tata.
Nel nostro caso, la Bonne Maman è la Shakti ed è protagonista di questo post, dedicato alla creatività e all'energia che possiamo muovere per essere sempre ispirati ed energici. Come? Ricetta di felicità, subito.

In principio fu appunto una donna, il cui nome è Alice e già di per sé promette meraviglie. Nella sua cucina ha gentilmente creato questa ricetta apposta per ispirare Still Words e le sue esplorazioni sensoriali e meditative pazzerelle.
Non c'è voluto molto perché la mia creatività fluisse durante la preparazione di questo dolce e ancora meno tempo perché il suddetto dolce finisse, tra le fauci della sottoscritta e quelle del mio Compagno di Viaggio. Si tratta infatti di ingredienti semplici e genuini, sapientemente combinati insieme in modo da sorprendere alla fine, al momento dell'assaggio: come piace a noi. Grazie Alice!
Con questo gusto semplice, integrale e a tratti un po' rétro, scaviamo in profondità e scopriamo la Shakti.

Cos'è Shakti?

Il termine Shakti in sanscrito significa "potere", sia come sostantivo che nel senso di "essere capace di". Si riferisce all'energia cosmica primordiale, creatrice dell'universo, ed è spesso associata al potere creativo del divino femminile. In due parole, la Bonne Maman. Questo però non esclude i maschietti che, come esseri umani, sono anche loro in grado di canalizzare quel potere per creare qualunque cosa. Diciamo che le donne la incarnano, ma la creatività è di tutti.

Nel Kundalini Yoga esiste un mantra chiamato Adi Shakti. "Adi" significa "originario, primordiale". Un appellativo che calza naturalmente la Shakti. Chiamato anche "Kundalini Bhakti Mantra", è uno dei più usati in Kundalini Yoga proprio per muovere la Kundalini, l'energia vitale che è già dentro ciascuno di noi e, quando si muove bene senza blocchi, ci mantiene in salute, forti ed energici. Nonché creativi.

Per questa ricetta di felicità, usiamo proprio questo mantra combinato con la ricetta di Alice, ma Adi Shakti può essere recitato in qualunque momento si voglia sentire il proprio potere, canalizzare la creatività e sviluppare forza, energia e sicurezza in se stessi, eliminando le paure.

Quadrotti vegan di marmellata per essere creativi ed energici

Ingredienti
300g fiocchi d'avena (io li avevo integrali e ho usato quelli)
130g di farina di farro
1 cucchiaino estratto di vaniglia
1/2 cucchiaino cannella in polvere
1 cucchiaino lievito
1/2 cucchiaino sale
170g sciroppo di riso
130ml olio di cocco
4 cucchiai di marmellata senza zucchero (lo ammetto: la mia, d'arance amare, lo conteneva! Ad ogni modo, il gusto della marmellata lo scegliete voi.)
Il mantra Adi Shakti, le parole per recitarlo sono alla fine del post (qui una versione musicale by Gurudass Kaur)

Preparazione
Chiudi gli occhi e prendi un bel respiro dal naso, lascia andare l'aria e i pensieri espirando dalla bocca. Rilassa tutti i muscoli del corpo usando un respiro lungo, lento e profondo. Visualizza il respiro muoversi lungo la colonna vertebrale, verso il coccige quando inspiri e l'aria entra, tornando su quando l'aria esce in espirazione.
Quando ti senti rilassato abbastanza, inizia la ricetta.

Mescola tutti gli ingredienti, ad eccezione della marmellata, in una ciotola.
Fiocchi d'avena e farina di farro, cereali antichi. Ingredienti basici, semplici e sani, come l'amore genuino e incondizionato di una Madre. Come Madre Natura ha voluto. Senti il vigore, la forza che ci vuole per mettere insieme questi ingredienti coriacei e polverosi, tenuti insieme dallo sciroppo di riso e l'olio di cocco. Usa i muscoli delle braccia e delle spalle, sentili, vai avanti in questo modo mantenendo la concentrazione sugli ingredienti.

Versa metà del composto in una teglia foderata di carta forno.
La creatività è semplice, non ha bisogno di raffinatezza e formalità: più è semplice e vicino all'origine, più originale è l'idea e autentico il carattere. Focalizzati su questo, quando versi il primo strato. Osservane la superficie grezza e grossolana, usa le mani per distribuire il composto uniformemente, ma senza fissarti sulla perfezione delle linee. Lascia che avvenga. Senti la tua energia muoversi e distribuirsi contemporaneamente, sei tu a iniziare questo processo creativo.

Spalma la marmellata e ricopri con la seconda metà del composto.
Con la marmellata portati vicino a Madre Natura, l'origine, la terra che ci nutre, il divino femminile, la Shakti. Una dolcezza accogliente e aggraziata, pura energia creativa, la forza e delicatezza insieme. Senti la consistenza dell'insieme: malleabile marmellata in mezzo ai due strati coriacei, come la linfa vitale in un corpo forte e resistente. Il tuo.

Cuoci a 180° per 20 minuti.
Nell'attesa, per questi venti minuti recita il mantra Adi Shakti. Articola il suono con la lingua contro il palato, mentre lasci che i tuoi sensi si sorprendano del profumo che proviene dal forno: vaniglia e cannella, spire voluttuose e calde. Dolce cocco in sottofondo, dolce coccola.

Una volta freddo, taglia a quadrotti.
Al suono del timer, inspira profondamente e trattieni il respiro qualche secondo, visualizzando l'energia kundalini fluire liberamente senza ostacoli lungo la colonna vertebrale. Espira in modo rilassato.
Togli il dolce dal forno e osservane il paesaggio: montagne da scalare, luoghi inesplorati, lune su cui non si è ancora mai atterrati. Assaggia uno dei quadrotti che ne hai ricavato, un pezzo della tua terra, quella che hai appena esplorato. Esotico, il sapore di cocco. La sua dolce freschezza unita al calore peperino delle spezie orientali. Gusta lentamente, avrai bisogno di masticare, di usare i denti.
Chiudi gli occhi e riscopriti forte e senza paura, un'esplosione di vitalità e creazione, come il big bang.




Il mantra
Adi Shakti, Adi Shakti, Adi Shakti, Namo Namo
Sarab Shakti, Sarab Shakti, Sarab Shakti, Namo Namo
Pritham Bhagvati, Pritham Bhagvati, Pritham Bhagvati, Namo Namo
Kundalini Mata Shakti, Mata Shakti, Namo Namo

Significato
Mi inchino/invoco il potere primario
Mi inchino/invoco il potere e l'energia onnicomprensiva
Mi inchino/invoco ciò attraverso cui Dio crea
Mi inchino/invoco il potere creativo della Kundalini, il potere della Madre divina

Nota importante sui mantra
Lo yoga non è una religione. I mantra non contraddicono alcuna fede, sono universali. Dio è Uno, Infinito, non c'è un collegamento specifico contrario a nessuna religione. Nel kundalini yoga li usiamo per riprodurre suoni antichi che, prodotti dalla lingua a contatto con il palato, stimolano meridiani (secondo l'anatomia yogica) in punti precisi della bocca e quindi attivano aree del cervello corrispondenti. Questo ha un effetto benefico sul sistema nervoso, esattamente come le asana (posture) nelle classi di yoga. Ecco perché in seguito a una classe di yoga ci sentiamo più rilassati ed energici. Quello che si muove è la kundalini e, con essa, sentiamo la nostra Shakti.