martedì 10 febbraio 2015

Dolce comunicare

Già da qualche settimana, questa townhouse statunitense è riempita da "cuuu", "biubll", "gugugl" e altri versi che si associano a giganteschi sorrisi sdentati, boccuccia a punta e sopracciglia strizzate come se si stesse compiendo lo sforzo più grande del mondo. I cuccioli imparano a comunicare verbalmente molto presto (e non verbalmente persino prima): incredibile come ti rispondano, come puoi conversarci delicatamente e sentire che il cuore si apre come un fiore che sboccia nel petto.

Su uno dei manuali per insegnanti di kundalini yoga (non finirò mai di dire che è più l'esperienza che conta, ma qui serve una citazione!) ho letto: "un vero insegnante parla dall'ombelico e raggiunge il cuore delle persone". Lo diceva Yogi Bhajan.
Parlare dall'ombelico, in termini yogici, significa attivare il terzo chakra, il centro della volontà, della forza e dell'ego. L'ego non è sempre qualcosa di brutto: lo diventa se ci lasciamo guidare da esso, diventando egotici, egoisti, egocentrici. Se però lo domiamo e impariamo a usarlo per darci la spinta giusta, quella utile per servire gli altri, per non avere paure, per essere forti e sicuri di noi stessi, allora stiamo usando il nostro terzo chakra come si deve.
Va da sé che parlare al cuore delle persone è tutto. Significa comunicare con autenticità, non per manipolare, non per litigare, non per flirtare (tutte azioni che coinvolgerebbero altri chakra dell'altra persona, non il cuore).
Un insegnante parla dall'ombelico perché il terzo chakra è autorevolezza, forza, spinta: una leva che, se accompagnata dalla consapevolezza attraverso l'intuito, apre il cuore degli altri.

Non tutti hanno familiarità con lo yoga, né tantomeno con i chakra, questi vortici di energia riconosciuti dalla medicina orientale. Lasciatemi tradurre, allora, perché tutto questo è applicabile con facilità in comunicazione, a prescindere dallo yoga.
Dirlo semplice è uno dei primi fattori: pochi ingredienti, non troppo elaborati, per una comunicazione sana, autentica ed efficace. Dove c'è segreto, bugia, travestimento, la comunicazione è viziata e non solo non funziona, rischia di farci essere fraintesi o malvisti.
Le parole vanno usate con consapevolezza, scelte con intuito, espresse con autorevolezza e gentilezza, dirette all'autenticità dell'interlocutore, senza troppi giri.
Vale nelle conversazioni familiari così come più in larga scala: quando un'azienda che vuole comunicare con efficacia mi chiede una consulenza, il primo concetto che condivido è che il pubblico non è stupido. Non bisogna prendere in giro nessuno, bisogna semmai parlare il loro linguaggio per farsi capire, renderlo semplice e diretto, mostrando onestà e integrità.

Sulla scia di queste riflessioni sulla comunicazione efficace, viaggia anche la creatività. Oggi mi ha portato a condividere uno dei temi più cari a questo blog, le parole che nascono dalla consapevolezza, e ha messo in forno una torta che nessun altra ricetta che io conosca ha mai eguagliato in semplicità.
Non è farina del mio sacco! L'onore va al merito di un'amica che ha condiviso con me questa delizia. Io ho solo fatto un paio di modifiche per renderla ancora più sana, eliminando lo zucchero per usare piuttosto lo sciroppo d'acero e sostituendo la farina normale con quella integrale, aggiustando le dosi ovviamente per non compromettere la consistenza dell'impasto. Ve la propongo qui, garantendo con tutte e due le mani sul fuoco che è facilissimo prepararla, gli ingredienti sono pochi e, soprattutto, la torta è buonissima e d'effetto nonostante non gravi sulla salute con grassi e zuccheri nocivi. Per di più, è vegana.

Torta vegan alle pere


DOLCE COMUNICARE

L'ingrediente segreto è la fiducia: si può con così pochi ingredienti ottenere un dolce risultato? Di nuovo, più è semplice più arriva al cuore. Provare per credere.

Mischiate tutti gli ingredienti in una terrina con un cucchiaio di legno, prima quelli secchi poi quelli liquidi, sentendovi innocenti come bambini. Immaginate di parlare come loro, di imparare tutto daccapo come loro, tutto una nuova esperienza. Con questa innocenza, riconoscete la vostra saggezza, quella luce brillante che solo i bimbi piccoli hanno negli occhi, come il riflesso di tanti angeli. Fate tutto con amore, certi che basta parlare al cuore, in modo semplice, per essere compresi.

280g di farina integrale, un cucchiaino di bicarbonato di sodio, un pizzico di sale.
240ml di acqua, 5 cucchiai di olio di girasole, 5 cucchiai di sciroppo d'acero (scegliete quello di qualità B, più scuro e intenso della A).
Aggiungere all'impasto frutta a piacere. Io ne ho provato tre versioni, tutte ugualmente ottime: con le mele, le pere, oppure i mirtilli.
Cuocere in forno ventilato a 180 gradi per 35 minuti.

2 commenti:

  1. La famosa torta senza niente ;)
    Un grosso abbraccio e
    ...come sempre....parole bellissime :)))

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    Risposte
    1. Grazie Antonio! Tutto merito di quella cara amica che mi ha ispirato: la torta è senza niente, ma la ricetta è piena d'amore! ;-)

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