San Diego, California |
Esplorare i punti più profondi e nascosti della nostra personalità può fare paura a volte. Lì dove ancora non abbiamo fatto luce, c'è tanto da scoprire che ci riguarda. Ignorare quei lati oscuri, quei punti bui che fanno parte di noi e non c'è niente di male ad avere, è controproducente per il nostro benessere. Rifiutarli vuol dire non vedere esattamente chi siamo, negare a noi stessi di conoscerci meglio e crescere prendendone coscienza. Basta ricordarsi che l'ombra non esisterebbe senza la luce.
Il bianco contiene tutti i colori, il nero è il non colore. Non abbiamo bisogno di entrambi per avere una visione completa dello spettro dell'esistenza?
Tenete presente che sono un'insegnante di yoga e vesto di bianco ogni volta che insegno una classe: adoro questo colore che è in grado di espandere e illuminare.
Però so anche cosa succede in meditazione profonda. Pensateci un attimo: chiudete gli occhi e la prima cosa che succede è il nero. Meditare significa andare incontro a quel nero, permettergli di aiutarci a vedere le immagini che il nostro subconscio inizia a dipingergli sopra. Il nero ci permette di vedere quelle immagini, di conoscere il nostro subconscio e infine di scorgere la luce alla fine del tunnel. In yoga chiamiamo Shunia quel nulla, quel nero, quel punto zero, la neutralità indispensabile per guardarsi dentro davvero e vedere le cose con chiarezza, alla luce del sole: l'Uno, oltre la dualità. Bianchi e neri compresi.
Il momento migliore per meditare è prima dell'alba. Il silenzio non è d'oro, è nero. Diventa dorato quando sorge il sole, ma prima di arrivare ad avere tutto chiaro bisogna per forza passarci attraverso.
Solo affrontando le paure e i lati oscuri, accettandoli, l'illuminazione ha un senso per esistere. Altrimenti, come mai arriverebbe se partissimo da uno stato di luce?
Niente paura, quindi, del nero: ogni volta che un baratro si apre sotto i nostri piedi è un'opportunità per andare in profondità con gioia, consapevoli di essere a un passo dalla luce.
Per festeggiare il nero ecco una torta golosa ma healthy che ho inventato proprio ieri, un altro invito creativo ad assaporare ogni aspetto di noi stessi, senza giudicarci bensì individuando ogni ingrediente di cui siamo fatti per essere più consapevoli e gestire con equilibrio quel lato oscuro della nostra forza.
TORTA DI MIRTILLI NERI E CIOCCOLATO EXTRA DARK
Ingredienti:
200g farina 00
100g farina di riso
30g cacao
110g ghi (oppure mezzo bicchiere di olio di semi, se la volete vegana! Vi ricordo in ogni caso che il ghi, burro chiarificato, è privo di lattosio...)
100g mirtilli neri
45g cioccolato fondente (almeno 80%) + altri 20g da parte
2 bicchieri latte di mandorla
1 bustina di lievito
2 cucchiai di melassa (è nera anche quella! Per di più è ricca di ferro, potassio e calcio: scelta molto più sana dello zucchero...)
Preparazione creativa e meditativa:
Setacciate le farine con il lievito e il cacao, osservando l'effetto del bianco che si unisce al nero e apprezzando la sfumatura che ne deriva.
A parte preparate il ghi con la melassa e i mirtilli, mischiando fino a ottenere un composto omogeneo (io ho usato il frullino a immersione), e sentite lavorare in perfetta sincronia dentro di voi il bianco burroso con il nero, quello ferroso della melassa e quello blu notte dei mirtilli.
Tritate grossolanamente il cioccolato fondente e aggiungete all'impasto, lasciando che le dita si sporchino del cioccolato che si scioglie a contatto con il calore delle vostre mani: assaggiate, esplorando la dolce amarezza del cioccolato nero sulla vostra pelle.
Unite tutto alle farine e aggiungete di nuovo il bianco, il latte di mandorla, mescolando con un cucchiaio fino a ottenere un composto spumoso: sentite crescere con l'impasto la vostra pienezza, la totalità dei vostri punti di luce e di buio, godendo di entrambi e del modo in cui insieme creano un mix perfetto. Dal bianco al nero, poi di nuovo al bianco, fino all'equilibrio.
Versate in una teglia da 22 cm imburrata (oppure oleata) e infarinata e spolverizzate con il restante cioccolato sminuzzato la superficie della torta.
Infornate a 180 gradi per circa 40 minuti.
Il risultato è una torta morbidissima e nera che più nera non si può, non molto dolce, ottima da accompagnarsi a una o due palline di gelato (io abbinerei quello al pistacchio, ma lasciate che vi guidi la vostra creatività) oppure (gnam!) alla panna montata se volete più dolcezza (e ulteriore biancore!).
Come sempre mi fai riflettere....
RispondiEliminaCi sto ancora riflettendo anch'io... :-)
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