City Hall, Old Town Alexandria |
Auguri ai proprietari dei negozi che mettono sul marciapiede ciotole di acqua e cibo per i cani che passeggiano al guinzaglio con i loro amici uomini.
Auguri alle signore del centro yoga che fino all'ultimo giorno prima di Natale vengono alla classe e si impegnano con lo stesso cuore di sempre.
Auguri alle persone in fila negli enormi supermercati USA, a quelle che si fanno impacchettare il regalo dai bambini disabili nelle librerie, a quelle che comprano le buste piene di cibo per gli homeless alle casse di Whole Foods.
Auguri a chi pratica arti marziali ed è sempre gentile, regalando un sorriso fra un calcio circolare che tira e un colpo che para, paziente nell'insegnare ai più giovani e umile nell'imparare dai più anziani.
Auguri al bambino che gioca a calcio sul tappetino di yoga e guarda l'insegnante con aria provocatoria.
Auguri al signore con il cappellino nero e la barba grigia che gironzola sempre sulla Patrick, con una bottiglia di birra in mano e l'aria di chi non crede più a Babbo Natale.
Auguri alla gente che mangia giganti smoothies color puffo, sospette gelatine di zucchero, biscotti avviluppati in una plastica glassa, cupcakes sepolte da spumosa, densa, extra-dolce copertura.
Auguri a chi cucina per la vigilia di Natale, portando le proprie tradizioni familiari in questa America multietnica, in queste case addobbate a festa con luci, christmas tree, presepi, candele ebraiche, pentacoli neopagani, angeli in volo, divinità colorate, guru con turbanti.
Auguri a chi ha la famiglia lontana e festeggia con il cuore a metà, a chi vorrebbe un biglietto dell'aereo come regalo di Natale e a chi pensa ai propri cari anche se non ce li ha.
Auguri agli abitanti dei cimiteri dalle lapidi bianche ordinate in fila sui grandi prati verdi, a chi non c'è più e ti scalda il cuore al solo pensiero di un suo sorriso. O della sua coda scodinzolante.
Auguri agli amici che vivono in due Stati diversi, uno sulla East e l'altro sulla West Coast, e si abbracciano a distanza.
Auguri ai lobbisti che aspettano il prossimo gun show e a quelli che pregano che le armi spariscano dal mondo.
Auguri all'uomo in carriera nel suo suit di Natale, a quello che corre in tenuta sportiva con il figlio nel passeggino anche durante le feste, a quello che veste italiano per farsi la serata sulla 14esima, al neo-chic che bazzica Georgetown, al bambino in doppio petto e a quello che è vestito come un giocatore di football.
Auguri ai ragazzi che a Natale indosseranno la divisa militare e ai veterani che passeggiano in città la sera su una gamba sola.
Auguri all'automobilista che si ferma per dare precedenza anche quando non richiesto e al pedone che si mette in fila al semaforo non solo perché è Natale.
Auguri al presidente nero nella Casa Bianca, a chi pilota i tre elicotteri su nel cielo di Washington DC e a quelli che provano a indovinare in quale dei tre Obama sta volando.
Auguri a chi innalza e abbassa le bandiere a stelle e strisce, a chi canta l'inno con la mano sul cuore e toglie il cappello in segno di rispetto.
Auguri a chi passerà la vigilia al cinema, vivendo un film in IMAX con gli occhialini 3D sul naso, mangiando i popcorn unti di burro che odorano di piedi, dimenticandosi delle feste là fuori.
Auguri ai giocatori di football, di baseball, di basket e di hockey. A tutti quelli che li guardano correre da destra a sinistra (e viceversa) e a quelli che sperano di essere inquadrati dalla kiss cam.
Auguri a questa America e a chi la guida, la popola, la vive per un po' e poi va via, la visita e non se ne va più.
Auguri a chi la osserva da lontano, dall'altra parte dell'oceano, della terra, del mondo, dall'alto dei cieli.
Auguri da questa America, parte del mio viaggio, parte di me.
On the road, Shenandoah Valley |