Halloween è arancione, come le zucche e le foglie sugli alberi. A casa mia mancano sia i dolcetti che gli scherzetti: nel caso qualche bimbo dovesse bussare alla porta stasera, sarei a rischio di precoci insulti nel mio tentativo di distribuire semi di chia, zenzero e frutta secca per assicurare ai bimbi americani una migliore nutrizione.
Da un po' di anni ormai a me Halloween non fa paura. Sono italiana, le nostre tradizioni sono un po' diverse, però defunti e biscotti che riproducono ossa di morti e dita di streghe sono parte anche del nostro divertimento. Certo, da brava siciliana, mi manca molto la frutta martorana.
La nostalgia però si è fatta un po' meno canaglia in questi giorni negli Stati Uniti, grazie anche a nuove conoscenze e ad un grazioso happy hour a cui io e il mio compagno di viaggio abbiamo partecipato, scoprendo con grande piacere che ci sono davvero altri Italians in DC!
Ho scoperto (non so davvero come sia potuto passare un intero anno!) questa community di persone che non solo sono italiane e riescono a mettere insieme ad un solo evento la popolazione nazionale qui emigrata, ma promuovono anche la cultura italiana nell'area.
Non so che idea abbiate voi di come l'Italia venga percepita qui negli States, ma solitamente è tutto un anni '50, Dolce Vita, Vespe Piaggio, pizza (non sempre fedele all'originale!) e tante altre (più o meno belle) cose nostre. Ci piace, per carità, ma ogni tanto ho l'impressione che il mio bel Paese qui in America sia anch'esso una maschera di Halloween.
Potrei chiamarla deformazione (perfetta ad Halloween!) professionale, ma la comunicazione anche in questo caso è fondamentale: condividere le proprie esperienze in terra straniera con persone che parlano la tua stessa lingua (e non parlo di fonetica) è importante per chi vive lontano dalla propria casa, dalla famiglia, dagli amici di sempre. Altrettanto significativo è riuscire ad essere in contatto con persone del luogo e dare un'immagine fedele del proprio Paese.
Io e mio marito amiamo vivere l'esperienza del viaggio, della scoperta, della cultura straniera: durante quest'anno qui negli States ci siamo completamente immersi fin sopra la testa, interagendo con gli americani, parlando la lingua, esplorando i luoghi e la cultura. Ci piace.
Forse proprio per questo apprezziamo ciò che è diverso e ciò che è familiare con uguale interesse e apertura.
Le ombre si allungano, la notte si avvicina: stasera si mangia zucca (mica l'abbiamo sventrata e scolpita per nulla!) e almeno due persone, in terra straniera, si sentono a casa.
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