National Harbor, Maryland |
Cosa c'è sotto?
Sabbia e acqua, insieme nello stesso contenitore. Piccole onde, delicati tentativi di muovere il substrato, il subconscio, la subordinazione.
Cercando stimoli, sentire che eppur qualcosa si muove: vivere in un paese straniero, praticare yoga anche quando sei sul pianeta freddo e umilmente e devotamente insegnarlo, valutarsi babysitter per un attimo, campeggiare, riscoprire Old Town, ricordarsi di sé nelle arti marziali, smettere di giudicare la professionalità della scrittura su Internet, salutare persone, osservare l'orizzonte e accorgersi di non guardare.
Sott'acqua, i sogni, in profondità. Musica, in superficie, mani su quel mio pianoforte di cui premo la sordina col piede.
Leggo la storia di qualcun altro, mantenendo le distanze, oppure lasciandomi ispirare. Scrivo la mia storia, dal punto più profondo della terra, dalla cima più alta nel cielo.
Danzo, sentendo che ogni movimento del mio corpo dice qualcosa all'Universo e l'Universo risponde.
Sentire che la vita è lì e ti richiama a sé, persino quando muori, resisterle e poi arrendersi.
Sorge il sole, tramonta, risorge. Lasciandoti lì, ancora una volta, a guardare.
Come sopra, così sotto. Quello che c'è in mezzo, un'onda dopo l'altra, è adesso il mio mistero.
National Harbor, Maryland |
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