Grand Canyon, Arizona |
C'è un punto, lungo uno dei trail del South Rim del Grand Canyon, che hanno chiamato Ooh Aah Point (pronuncia: u-a-point). Ammirando da lì il panorama, si capisce perché hanno scelto un suono tanto "uao".
In effetti ci sono esperienze che si possono raccontare ed esperienze per le quali non ci sono molte parole, per le quali un suono di meraviglia è tutto quanto possa descriverle.
La domanda sorge spontanea come l'alba dal Grand Canyon: sì, ma se io devo scrivere un pezzo, l'argomento è vasto e complicato, le parole in cui lo devo dire poche e la deadline è per... ieri, che faccio?
C'è una espressione in gurmukhi, usata come mantra nel kundalini yoga, che è Wahe Guru ed esprime lo stato di estasi e totale meraviglia di fronte all'Infinito.
Come è facile immaginare (una volta sperimentata la pronuncia del mantra), Wahe assomiglia molto a "uao"! E in effetti questo è: uao! Che meraviglia, da questo stato di totale apertura ed espansione, da questa cima da cui posso vedere tutto quello che sta succedendo lì sotto (dove, per inciso, c'è tutta la nostra natura umana, con tutti i suoi pregi e difetti)!
Guru non è solo la famosa marca di abbigliamento o il guru indiano che forse in molti immaginano.
Guru è l'insegnante e letteralmente significa "dal buio alla luce": fondamentalmente è ciò che ci illumina quando siamo all'oscuro di quanto sta accadendo.
Ma ancora più interessante è prendere coscienza, nella pratica dello yoga, che c'è un guru dentro ciascuno di noi e siamo tutti insegnanti: abbiamo la capacità di avere una visione d'insieme, come dalla cima di una vetta.
L'argomento può essere difficile e il tempo a disposizione veramente poco: invece di brancolare nel buio e andare nel panico, bisogna fare un passo indietro. Anzi, laterale. Meglio ancora, volare.
Si tratta di cambiare prospettiva: qualcuno lo chiama pensiero laterale, io lo chiamo pensiero d'altura. Invece di aggirare l'ostacolo, lo affrontiamo dall'alto: voliamo sopra la nostra testa e ci guardiamo lì, sul ciglio della montagna, ad osservare il panorama. Forse sembreremo piccoli e indifesi di fronte a quella vastità, ma se riusciamo a guardarci dall'alto evidentemente è perché stiamo davvero volando. Scusate se è poco!
Per portare il lavoro a casa nel minor tempo possibile, contenendo l'infinità dell'argomento in un numero limitato di parole, bisogna ritrovare la propria innocenza: dimenticando il nostro grande talento (ed ego), semplicemente diremo "uao" come farebbe un bambino (o forse Wahe Guru, se pratichiamo il kundalini yoga!).
Nessuno sforzo per giri di parole: uao, e basta. Più l'argomento è difficile, più le parole devono essere semplici. Parole semplici occupano poco spazio e poco tempo, sia per chi scrive che per chi legge.
Come esseri umani siamo già un microcosmo parte di un macrocosmo, dunque abbiamo già dentro di noi il linguaggio per esprimere la vastità in poche parole. Dobbiamo solo lavorare sulla nostra consapevolezza per accedere a quelle risorse dentro di noi e sviluppare una mente raffinata, veloce ed efficace al servizio della nostra creatività.