G. Washington Masonic Monument, Old Town Alexandria |
Classe insegnata oggi: meditativa, sottile, per affinare la sensibilità e connettersi al proprio cuore.
Slow down! Tutti ne abbiamo bisogno, ma noto che per gli Americani è una grande sfida e, a maggior ragione, un must do.
Ed eccomi qui, mantenendo stillness pur muovendomi velocissima, da una parte all'altra della città. Delle città. Degli stati. Tra Alexandria (Virginia) e Washington DC. Ogni tanto Maryland.
Old Town ad Alexandria è splendida, in primavera più che mai. E c'è tantissimo da fare: il corso di disegno, l'esplorazione delle arti marziali, i giovedì sera di crepes e film in francese, i 2nd Thursdays di live music, art, food & drink, in bici al waterfront e sul Mount Vernon Trail e dritti fino in DC.
Insegnare yoga, sia qui ad Old Town che a Petworth, nel District. Praticarlo, ovunque.
E poi cinema, teatro al Kennedy Center, painting e vino all'art by the glazz, i musei (gratis!) al National Mall, i workshop, lo sguardo a un altro secondo livello di kundalini yoga in estate, questa volta non fino in Canada, ma nella cara "vecchia città" in cui vivo.
Parlare, in tutte le lingue possibili. Interagire con i vicini, gli studenti, gli insegnanti, il postino, la dolcissima Mildred della smacchiatoria.
Andare ai party degli Olandesi e a quelli delle ragazze di origine russa, ma ormai totalmente stelle e strisce, che compiono 30 anni.
Chiedere di fare volontariato allo shelter per animali e attendere una lunga trafila burocratica con tanto di colloquio.
Passare davanti ai parrucchieri, sbirciare per curiosità e ringraziare Dio perché non tagli mai i tuoi lunghissimi capelli, visti i prezzi.
Tornare a casa stanca e trovare nonostante tutto le forze per stirare. Badare alla casa prima e trovare nonostante tutto le forze per uscire dopo.
Camminare ascoltando la musica nell'ipod, mentre tutti intorno corrono e l'ipod ce l'hanno incollato al braccio.
Cercare per l'ennesima volta di incastrare in agenda la nuotata in piscina, perché fa bene.
Scrivere, scrivere, scrivere. Leggere, nella stessa proporzione. Possibilmente all'aria aperta, su una panchina davanti al Potomac, su un prato in un parco, sotto un albero o col sole in faccia.
Vivo.
Ogni tanto penso all'Italia e a quante cose si possono fare da noi. Qui nel nuovo mondo ciò che è "old" si riferisce al diciottesimo secolo!
La mia Italia è da sud a nord, col centro al centro. Dalle radici e le amicizie in Sicilia, dove ogni esperienza è stata la prima. Fino alla densa Milano, dove il lavoro è stato approfondito, le conoscenze hanno ampliato gli orizzonti, le sfide hanno temprato. Passando da Roma e restandoci, perché il cuore ha trovato casa lì, i Maestri hanno lasciato un'impronta, ogni passo è una storia vecchia millenni, ci sono 101 cose da fare ma non più da sola, in due.
Non c'è differenza, in effetti, a parte latitudine e longitudine. Puoi trovare ovunque ispirazione, attività interessanti, nuovi stimoli, sfide, persone meravigliose che lasciano il segno, persone che ti lasci alle spalle e il cui segno ti serve per ricordarti chi sei.
Basta essere sempre aperti e creativi. Trasformando le paure e la timidezza, le diversità e i limiti apparenti, in spunti di esplorazione: con lo stesso cuore di bambina, ma senza più pensare di non potere fare il passo più lungo della gamba col timore di cadere altrimenti. Combattendo il "così è, perché sì, perché no" che hai sentito dire per anni. Fuori dalla tua stessa gabbia dorata: così sia, senza un perché e senza biasimo.
Essere infiniti, eterni, ovunque, senza paura, senza pigrizia, senza confini. Dispiegare le ali, espandersi ed esprimersi: questo imparo dalla vita, ogni giorno di più, qualunque sia la mia Old Town.
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