Tidal Basin, Washington DC |
Un saluto agli alberi, prima di partire ancora. Alberi importati dal Giappone, trapiantati qui in questo bacino americano, un po' come me.
Sono arrivata al Tidal Basin correndo, terribilmente in ritardo rispetto all'orario del volo da prendere nel pomeriggio, ma i petali rosa cadevano così delicatamente lenti che sono riusciti subito a calmarmi.
Gli occhi e il cuore hanno ringraziato, soddisfatti.
Un breve saluto, il tempo di notare i pic-nic, i pedalò, la gente sul prato che legge, fotografa, amoreggia.
In bilico su una sponda del bacino, sembra di galleggiare in un universo parallelo. Solo che parallelo non è. La sensazione è circolare, tutto torna, il monumento alla memoria di Jefferson a rimarcare il perimetro del Basin. La sua presenza monumentale un ricordo di un'altra giornata, quando i fiori non erano ancora sbocciati, quando DC era ancora nel grembo della mia mente.
È la volta della Florida, questa sera. Per qualche giorno lascio questo sorprendente tepore primaverile washingtoniano e vado a trovare l'estate: ci sarà l'oceano, non il fiume.
Corro di nuovo sulla Indipendence Ave., verso la metro Smithsonian, per tornare indietro. Pazza, pazza donna! L'aereo non aspetta, non gliene frega niente della tua pioggia di fiori!
Independence Avenue, Washington DC |
Chiudi la valigia (con il solito metodo "mi siedo sopra"!), dimentica qualcosa (maledicendoti perché pensi sia indispensabile, ma poi invece non servirà), monta in macchina con marito che ha presente le distanze più di te e ti ricorda che potremmo non farcela, speeding verso Baltimore rischiando di essere inseguiti dalla polizia.
L'aereo ci ha aspettato. La notte in Florida è calda e umida.
Tiro la valigia, la stessa di sempre, piccola, azzurra, infaticabile. La mia fidata testimone da sempre di quei viaggi che durano solo qualche giorno ma ti lasciano qualcosa di speciale da riportare indietro, un senso di trepidazione e insieme familiarità, come dopo un incontro lampo con una persona sconosciuta che poi diventa tuo marito.
Guardo il cielo nero ancora una volta prima di entrare in albergo, la leggerezza degli aggraziati petali rosa di questo pomeriggio ancora sulla pelle. E so che anche questo tempo nello stato delle arance sarà per sempre.
Grazie fiori di ciliegio e Memorial sullo specchio d'acqua che fermate il tempo. Vi porto con me.
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